Le giuggiole rosse sono uno dei 5 frutti tipici cinesi, insieme alla pesca, alla pera, alla prugna e all’albicocca. La sua caratteristica più evidente è l’alto contenuto di vitamine. Secondo ricerche cliniche condotte all’estero, i malati che consumano in modo continuato delle giuggiole guariscono 3 volte prima di quelli che ingeriscono solo vitamine, per cui la giuggiola rossa è anche chiamata “vitamina naturale”.
Nel suo “Compendio di materia medica”, il medico dell’antichità cinese Li Shizhen dice che la giuggiola ha un gusto dolce e una natura tiepida, può supplementare il Qi e alimentare il sangue, e si usa per curare la debolezza della milza, l’inappetenza e carenze della circolazione. Consumata a lungo, può curare la debolezza, l’esaurimento nervoso, la cattiva digestione, la tosse dovuta a fatica, l’anemia e la magrezza. Si distingue nell’alimentare il fegato e nel prevenire il cancro. Un proverbio cinese dice: “Con tre giuggiole al giorno, a 100 anni non si ha un aspetto da vecchio”.
I benefici che hanno le giuggiole sul corpo umano:
• favorisce la milza e lo stomaco: chi è debole di milza e di stomaco o ha la diarrea ed è senza forze, si può consumare 7 giuggiole rosse al giorno, anche insieme al dangshen e al baishu , in grado di supplementare l’energia vitale, rafforzare la milza e lo stomaco, aumentare l’appetito e combattere la diarrea; giuggiole rosse insieme a zenzero fresco e banxia possono curare la gastrite, i gonfiori di stomaco e il vomito dovuti a cattiva alimentazione.
• le giuggiole rosse sono considerate un ottimo ricostituente, e aggiunte al cibo stimolano il sangue e rafforzano il fisico.
• nutre il sangue e calma i nervi: le donne colpite da depressione, facili al pianto e agitate, possono assumere una zuppa di giuggiole, radice di liquirizia e grano, in grado di calmare i nervi e nutrire il sangue.
Attenzione:
Le giuggiole fanno bene, ma non vanno consumate in eccesso, altrimenti provocano flatulenza, quindi è bene controllare la quantità.
Contengono molto zucchero, quindi non sono adatte ai diabetici; consumate spesso, provocano carie ai denti se non ci si sciacqua spesso la bocca.
Non sono adatte a chi soffre di eccesso di calore interno e di umidità, e a chi ha la lingua giallastra, mal di denti e la gola infiammata.
Le giuggiole contengono molte fibre, quindi sono difficili da digerire, per cui vanno masticate bene. Chi ha problemi di stomaco e di intestino, non può consumarne troppe.
Come molti altri tipi di alberi da frutto abbandonati, anche il giuggiolo non riveste più molta importanza nelle campagne, tanto che è sempre più difficile trovarne uno, sebbene rimanga sempre un bellissimo alberello ornamentale. Il mio consiglio è quello di andare in campagna e di chiedere ai contadini se conoscono qualcuno che ne possiede ancora uno: farete la figura degli strambi, ma almeno avrete la possibilità di gustare questo frutto maturo sull’albero.
Se volete seguire questo consiglio, accertatevi che il contadino abbia capito di che frutto state parlando, poiché nelle campagne la giuggiola è conosciuta esclusivamente con nomi dialettali che variano da regione a regione (Calabria: zinzuli, zinzu, juime – Emilia-Romagna: zezal; Friuli-Venezia-Giulia: ciuciul – Lazio: gnegnera – Liguria: zizzoa – Lombardia: zëøbia – Marche: jujimi, jujle – Puglia (Salento): ciciula – Sardegna settentrionale: singialu o singalu – Sardegna meridionale: Zizzu – Sicilia: zinzulu – Toscana: giuggiola – Umbria: genzola – Veneto: zizola o zìnzola).
Se state pensando ad un albero da piantare nel vostro giardino, il giuggiolo può fare la caso vostro, anche se abitate in regioni molto fredde. Due curiosità:
– dieci giuggiole contengono la vitamina C di due arance.
– le giuggiole contengono la zizifina, una sostanza che inibisce la percezione del sapore dolce, quindi se dopo le giuggiole si mangiano altri frutti il loro sapore potrebbe sembrare molto deludente.
– nei paesi tropicali si trovano due frutti simili alle nostre giuggiole: il Ber et l’Ovenia.