Il sivone è una pianta della famiglia delle Asteraceae. È detta crespigno, grespigno o cicerbita .
In ogni regione italiana ha il suo nome:. A Bari è chiamato sivone, nel Salento zangùne. In Sicilia è chiamata cardedda, In alcune zone del Piemonte scarsò. In Molise cascigno, nell’aretino è detta graspignolo, In Liguria, scixèrboa.
È pianta erbacea, annua e in alcune regioni anche biennale molto comune nei luoghi coltivati; preferisce infatti il terreno smosso o i margini dei campi. Ma è possibile trovarla anche in aiuole cittadine o ai margini dei marciappiedi. La radice si presenta piuttosto grossa e dopo il taglio c’è la presenza di un lattice bianco. Verso la fine dell’autunno e poi di nuovo in primavera, presenta delle rosette basali che possono resistere per tutto l’inverno assumendo un colore scuro, rosso o violaceo.
Le foglie che formano le rosette sono piuttosto rigide, a volte ispide a causa della spinulosità dei bordi, frastagliati in lobi increspati e ondulati ripiegati verso la base delle foglie. Il colore verde può raggiungere il bruno-rossastro nelle zone aride.
In cucina viene consumata cruda o cotta, è molto ricercata per il suo sapore dolce che attenua l’amaro delle altre specie utilizzate. Le foghe più tenere possono essere consumate anche in insalata, crude,da sole o preferibilmente insieme ad altre erbe. Si utilizza il miscuglio per preparare torte salate.
Dal punto di vista nutrizionale è ,molto simile al tarassaco, ricca di vitamina C calcio e ferro e ha proprietà aperitive, diuretiche,amaricanti e stomagoghe e antiossidanti
Nel passato si riteneva che le foglie di questa pianta fossero in grado di rianimare e restituire le forze agli uomini e agli animali.
Le radici di questa pianta e di altre specie dello stesso genere sono state usate torrefatte, come sostituzione del caffè.