I Paccheri, sua Maestà napoletana

Il nome “ paccheri”, nella tradizione italiana, ricorda la “pacca”, uno schiaffo amichevole dato a mano aperta per salutare o congratularsi con qualcuno. Il termine deriva dal greco, “pas” che significa tutto e ”keir” che significa mano, quindi letteralmente “tutta la mano”, “a mano piena”.

pacchero rigato
Paccheri rigati

Il Pacchero, formato che come pochi altri sa testimoniare le origini partenopee della moderna pasta di grano duro, sotto il Vesuvio lo chiamano “Schiaffone”. Fu la pasta dei poveri, ne bastava poca a riempire un piatto..

Quattro paccheri e sei a posto. Anche per i paccheri napoletani c’è una storia interessante che non si dimentica facilmente: il pomodoro, anzi fu un incontro epocale.

Ricordiamo che il pomodoro arrivò dall’America solo nel XVII secolo e quando approdò a Napoli fu una vera rivoluzione in cucina. Il pomodoro si rivelò un ingrediente che cambiò totalmente le vecchie abitudini di condire la pasta che prima era abbinata a verdure o a salse agrodolci. Il pomodoro portò un nuovo gusto in tavola e si rivelò un condimento capace di far esaltare il sapore della semola di grano duro e di conseguenza la fragranza ad ogni boccone.

piatto gourmet
Primo piatto di Paccheri

Giacomo Leopardi, approdato a Napoli nel giugno del 1833, fu l’unico a non essere conquistato dal pomodoro con i paccheri … “con la pummarola ‘ncoppa” … infatti, curiosamente non la trovò ne buona ne cattiva, disse semplicemente che era “simbolo di stupidità”.

Certo la pasta partenopea non subì nessuna conseguenza dopo il parere negativo del poeta, tant’è che ancora oggi questo condimento ci delizia ogni giorno con il suo profumo.

Per i napoletani, parlare di pasta, ogni dettaglio diventa importante e basta un diametro più piccolo o una rigatura in meno per cambiare tutto il modo di cucinarla.

Curiosità sulla zona di produzione:

Dato che si è in tema è interessante sapere dove vengono prodotti i  migliori paccheri del mondo. Il comune di Gragnano è parte della città metropolitana di Napoli e sorge a Sud della città, ai piedi dei Monti Lattari. In questo comune si produce grano sin dai tempi dei romani, ma a partire dal XVI secolo si iniziò a produrre pasta secca di semola di grano duro. Nel 1845 il sovrano del Regno delle Due Sicilie Ferdinando II di Borbone, recatosi nel comune per un pranzo, rimase deliziato dal sapore della pasta tanto che per  regio decreto il comune di Gragnano avrebbe fornito la pasta alla corte reale borbonia. Da allora il comune di Gragnano è indiscutibilmente la capitale mondiale della pasta, tanto che l’Unione Europea ha concesso alla pasta prodotta in loco il marchio di Indicazione Geografica Protetta per tutelare e disciplinare la pasta esclusivamente prodotta nel territorio di Gragnano.

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