Il Primitivo di Manduria

Il Primitivo di Manduria Dop è uno dei principali vini rossi della Puglia, la zona di produzione comprende il territorio dei comuni di Manduria, Carosino, Monteparano, Leporano, Pulsano, Faggiano, Roccaforzata, San Giorgio Jonico, San Marzano di San Giuseppe, Fragagnano, Lizzano, Sava, Torricella, Maruggio, Avetrana.

Questo vitigno non deve essere confuso con il primitivo di Gioia del Colle che ha zone e caratteristiche ben diverse

Caratteristiche di questo vitigno ,come dice il nome stesso è molto precoce, infatti il Primitivo viene vendemmiato anche già dalla seconda metà di Agosto, e nonostante ciò la maturazione polifenolica è già perfetta e la quantità di zuccheri negli acini notevole.

Primitivo di manduria

La caratteristiche del Primitivo di Manduria  sono quella di essere un vino caldo , strutturato e corposo , ricco di tannini nobili, con un finale che regala note di cacao, caffè e vaniglia, al naso si esprime con profumi ampi e complessi, dal fruttato con sentori di prugne e confettura di ciliegia, marmellata di mirtilli ad arrivare a note di tabacco, una  leggera speziatura, e inconfondibili profumi di macchia mediterranea.

In gioventù è di color porpora e marcatamente fruttato, con l’andare degli anni tende al colore granato e sviluppa classici aromi terziari.

 L’abbinamento  ideale è con carne alla griglia e piatti decisi e untuosi,maiale, abbacchio, costine, lasagne al forno

classici alberelli di vigneto primitivo

Tipologie di Primitivo di Manduria

Il primitivo di Manduria può presentare la menzione Riserva se sottoposto a un periodo di affinamento di 24 mesi di cui almeno nove in legno, a partire dal primo di novembre dell’anno di raccolta delle uve. Il vino Primitivo di Manduria DOP può essere immesso al consumo dopo il 31 marzo dell’anno successivo a quello di produzione delle uve; il Primitivo di Manduria DOP con menzione Riserva può essere immesso al consumo dopo due anni a partire dal 31 marzo successivo a quello di produzione delle uve

Oltre al secco c’è anche il Primitivo Dolce Naturale DOCG, un vino più sconosciuto, ma che nonostante la struttura colossale, ha fascino e stoffa e una dolcezza intrigante. Vanta una gradazione 16 gradi e non meno di 50 g/l. Fa è un ottimo vino di meditazione, ma perfetto anche per crostate, zuppa inglese e formaggi stagionati ed erborinati come Stilton e Roquefort.

Le origini del primitivo

Tuttavia, la vera origine geografica del vitigno viene svelata solo nel 2001, in seguito a ricerche ampelografiche approfondite, che interessano cultivar diffuse in territori lontani e diversi. Alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, Austin Goheen, patologo delle piante e docente dell’Università di Davis, capisce per primo che il Primitivo pugliese e lo Zinfandel californiano potevano essere geneticamente identici.

Successivamente, vengono avviate ulteriori ricerche per andare ancora più a fondo, dal punto di vista storico e geografico, fino a scoprire che i primi documenti sulla presenza del vitigno negli Stati Uniti risalgono al 1830, dove il nome riportato è Black Zinfandel of Hungary. A dispetto di questo appellativo, in Ungheria e in Austria – nell’Ottocento unite in un unico impero – non risulta traccia dello Zinfandel, che invece viene trovato lungo le coste della Dalmazia, anch’essa un tempo parte dell’Impero asburgico

Anche il Primitivo conosciuto in Italia, in sostanza, proviene dall’altra sponda dell’Adriatico. Le ipotesi su quanto sia arrivato in puglia spaziano dai commerci dei mercanti veneziani a un’importazione ben più antica attribuita agli Illiri, popolo che al tempo dei Romani abitava la penisola balcanica.

Oggi i gemelli del Primitivo continuano a essere coltivati in California, dove lo Zinfandel ,di cui è uno dei vitigni a bacca rossa più diffusi, e in Croazia, soprattutto in Dalmazia e in Istria.

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