Il Triddo ,è un piatto mediterraneo tipico della gastronomia Pugliese, tipico anche della zona della Valle d’Itria, quella porzione di territorio della Puglia centrale a sud dell’altopiano delle Murge, che comprende i comuni a cavallo tra le province di Bari, Brindisi e Taranto.
Caso raro nella gastronomia locale, sembra appartenere alla opulenta cucina borghese di qualche tempo fa, almeno per due ottime ragioni: la ricchezza degli ingredienti e le particolari ricorrenze nella quale la pietanza veniva preparata.
Il Triddo, in altre località assume altre denominazioni: Mal tagliati, mille infranti, maltrito, semola battuta o come si voglia chiamare ma in fondo parliamo della stessa cosa, una pasta casalinga frutto di una preparazione lunga e meticolosa. Semola di grano duro impastata con uova e tanto prezzemolo tritato sono gli ingredienti base.
La pasta va lavorata lentamente, senza aggiungere acqua e dovrebbe risultare morbida ma consistente, quindi con un “ jalanère “(specie di matterello) si tira una sottile e porosa sfoglia. Lasciata asciugare, e con molta pazienza si staccano dalla sfoglia difformi pezzettini che verranno fatti asciugare un altro po’ e quindi cucinati normalmente con del buon brodo di tacchina caldo e spolverati con del formaggio grattugiato.
Capita spesso di riavvolgere i ricordi, facendo viaggiare la nostra mente verso un passato lontano dove le nostre nonne o mamme preparavano già da giorni prima la massa per poi stenderla, magari ad uno stendibiancheria in cui viene solitamente lasciato ad asciugare il bucato.
In passato, questa singolare pietanza, veniva consumata in determinate occasioni,dalle più tristi, alle più allegre. Occasione tipica è il 26 Dicembre ,giorno di Santo Stefano, momento di “ripulire” lo stomaco dalle tante prelibatezze gustate nei due giorni precedenti del triduo natalizio.
Secondo le testimonianze dei più anziani, il triddo, per la sua sostanziosa delicatezza, era particolarmente indicato per il quinzo (dal latino conso, consolatio: il frugale pasto offerto da amici o conoscenti agli affranti parenti del defunto). Ma vi erano anche occasioni allegre per preparare il tríddo: certa sembra essere l’antica usanza di offrire alla puerpera, dopo un recente e felice parto, un piatto della squisita e delicata pietanza condita però con il brodo di due colombi donati generosamente dalla madrina del nascituro.